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Lo scopo del progetto
pluriennale retegiovani � quello di realizzare un
percorso che faciliti i contatti e i confronti regolari fra
le associazioni giovanili del territorio riminese, in modo
che chi lavora su tematiche simili e con simili obiettivi
possa acquisire informazioni e supporti utili per il proprio
lavoro e scoprire occasioni di collaborazione.
La gestione passata del progetto ci ha permesso di far luce
su alcuni aspetti determinanti per la realizzazione di una
pi� concreta ed efficace rete collaborativa fra le
associazioni. Difatti, alla luce dell�analisi effettuata e
dei comportamenti osservati nei gruppi giovanili riminesi, i
bisogni che si erano ipotizzati si sono dimostrati non cos�
significativi in termini motivazionali.
Adesso, volendo rilanciare il progetto, ci siamo lasciati
guidare da alcune indicazioni delle associazioni stesse e
abbiamo cercato di creare uno strumento che agevoli le
attivit� e dia supporto per alcune difficolt� ricorrenti. La
condizione ottimale per garantire la nascita, la vita e il
funzionamento di una rete di associazioni � quella in cui le
associazioni abbiano ben chiaro il senso della realt�, della
concretezza e dell�oggettivit�. Bisogna avere la
consapevolezza dell�assunto che da soli si � limitati e che
si cresce soltanto se si � in unione (almeno parziale) con
gli altri, se si coopera (o almeno si collabora) con gli
altri.
Peter Roche de Coppens
suggerisce una interessante teoria, quella
dell�uomo-grattacielo. Gli uomini e le organizzazioni (che
sempre uomini sono, anche se in forma aggregata), dice lo
studioso americano, possono essere rappresentati come un
grattacielo di 100 piani; ogni piano � un livello della
coscienza e il livello � progressivamente pi� percettivo
muovendosi dal basso verso l�alto. Quello che i soggetti
vedono costituiscono porzioni pi� o meno ampie del mondo in
cui vivono: chi si trova al livello �cantina� riesce a
malapena a rendersi conto se fuori piove o c�� il sole,
quelli che stanno al primo o al secondo piano vedono solo,
ma lo vedono benissimo in tutti i dettagli, il giardino che
circonda l�edificio. Se si prende l�ascensore della
progressiva consapevolezza, il giardino non si vede pi�, via
via che si sale, nella sua particolarit�: si vede soltanto
che esiste e che � una vistosa macchia verde, ma si pu�
vedere cosa c�� al di l� dello steccato che lo circonda e lo
contiene, si vedono i campi e le colline e gli altri palazzi
e le persone che passano per strada.
I gruppi giovanili spesso stanno, per et� e per comodit�,
per carattere e per inconsapevolezza, a piani piuttosto
bassi della loro coscienza e vedono bene solo ci� che �
vicino al loro naso, il quotidiano, il contingente, vedono
quello che hanno o che non hanno e non quello che potrebbero
avere o potrebbero non avere pi� in un futuro anche
prossimo.
Occorre capire che, salendo, il mondo non cambia, ma cambia
quello che nel mondo si pu� vedere.
Pi� di questo non pu� essere fatto: occorre riscoprire il
valore di una visione lontana.
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